Scrivere come ci si sente su un blog è come scrivere come ci si sente nel proprio stato di Facebook. Solo è più meschino. Su un blog ti nascondi dietro parole complesse, verbi coniugati in modo corretto o pseudo tale, personaggi che mandi alla deriva solo per il tuo piacere. Su un blog scrivi come se non fossi tu a scrivere. Parli in terza persona e al passato di cose che accadono a te in quel momento. Ma poi ti lamenti della bacheca di Facebook piena di inutili frasi sgrammaticate su quanto le persone si sentono sole, abbandonate, tradite e tristi. Su un blog sei ipocrita.
Su un blog puoi parlare con te stesso fingendo di parlare con chi sta leggendo.
In fondo quello di cui hai bisogno è soltanto che qualcuno ti dia l’attenzione che credi di meritare. Scrivi nella speranza che qualcuno legga e capisca quello che non hai il coraggio di dirgli di persona, ma nello stesso momento vuoi usare termini ricercati e una punteggiatura corretta. Fanculo le virgole. Il tuo parlare di Lavoisier non è niente di più delle citazioni che i tuoi conoscenti più irritanti copiano senza capire nelle loro bacheche. Tu sei soltanto più spocchioso e probabilmente hai meno palle. Nascondere dietro pseudo racconti pseudo nichilisti pseudo misantropi il tuo vaffanculo a qualcuno è sicuramente più da cagasotto di un insulto diretto su un social network.
La piaga del ventunesimo secolo è l’impoverimento dei rapporti sociali dovuto al largo utilizzo di internet e di tutto quello che gli ruota intorno. Ma dipingere un quadro per tirare fuori sentimenti che non riesci a mostrare in altro modo invece è arte. Ipocrita. Ti nascondi dietro il tuo bisogno di raccontare, dietro il tuo aver qualcosa da dire solo perchè non riesci a farlo in un altro modo. Va bene, non è un problema, ma chiama quello che fai con il nome giusto. E’ tutto come un grande diario di una bambina dodicenne che scrive il nome del ragazzo che le piace su tutte le pagine e la notte prega perchè quel ragazzo trovi il diario, lo legga e capisca i suoi veri sentimenti.
Dovresti capire che vuoi solo essere ascoltato ogni volta che controlli quante visite ha fatto il tuo blog.
E quando dici di scrivere per te stesso, non per il tuo “pubblico”, beh, forse quelli sono i momenti in cui sei più vicino alla verità. Scrivi perché vuoi che cambi qualcosa intorno a te. Scrivi perché ti fa assomigliare a quel personaggio di quel film che ti piace tanto. Scrivi per sembrare più intelligente di quanto non sei in realtà.
Ma tutto questo è scritto su un blog e qui cadono tutti i discorsi.